Zero Plastica: rap dal Mar Ligure | |
Il gruppo hip hop riprende le radici e la canta a modo suo. «Pasta al pesto, no hamburger», dicono. Quattro chiacchiere con Nio's e Lurè | |
di Daniele Miggino GENOVA, 1 DICEMBRE 2006 | |
Il nostro viaggio nella comunità hip hop incontra oggi il gruppo Zero Plastica, ovvero NioSiddharta e Lurè, due ragazzi di 26 e 24 anni che hanno già una lunga esperienza sul campo, come dj, mc e produttori. Il loro debutto sulla scena genovese è avvenuto durante il G8, quando hanno diviso il palco con Assalti Frontali e Colle der Fomento. Mica male. Qualche giorno fa ci hanno portato un po' di materiale da sentire, tra cui il loro primo album, Zero Plastica. «Stiamo lavorando al secondo - dicono - ma c'è ancora molta strada da fare». Dal 2001, quando hanno formato il gruppo, i due lavorano gomito a gomito. Dicono di avere ruoli distinti nella composizione: una positiva (Lurè) e una castrofica (Nio's). «I nostri percorsi si sono uniti proveniendo da strade diverse - dice Lurè - quando proviamo ci confrontiamo continuamente». Zero Plastica, il loro cd di debutto, è una sorta di autopresentazione: «un concept nel quale volevamo far capire chi siamo, cosa pensiamo riguardo ai problemi del mondo». Per loro stessa ammissione, il prodotto finale è risultato un po' acerbo, ma già lì si sente il funk, deciso e coinvolgente, che li caratterizza. «Il problema è che l'hip hop americano è sempre più la celebrazione del consumismo - dice Nio's - mentre noi preferiamo rifarci alle nostre radici. Anche se io ho iniziato ad ascoltare il rap con Cypress Hill e De la Soul». In Italia i punti di riferimento iniziali sono OTR, Articolo 31, Sottotono. Ma con il passare del tempo i due si avvicinano alla tradizione ligure (trallallero, i cantautori) e a chi negli ultimi anni si è dimostrato più sensibile al recupero in chiave moderna della tradizione musicale: in particolare i Sensasciou. «Riprendere le radici e cantarle con il rap, questo è il nostro motto», dice Lurè. Il loro stile di produzione oggi è prendere gli spunti di De Andrè, Bindi, Tenco, Lauzi e stravolgerli. «Pasta al pesto, non hamburger», è un altro motto dei due. Qualche curiosità sui nickname. NioSiddharta è un mix di Matrix ed Herman Hesse: «Il protagonista del film è quello che cerca di far vedere agli altri il mondo così com'è, mentre il personaggio di Hesse è colui che sa aspettare, meditare e digiunare. Comunque ora mi chiamano anche "Maniman"». Già, i nomi si danno a manciate nell'hip hop. E Lurè? «Il Re!», dico io pensando di aver capito tutto. E lui: «No, è che mi chiamo Lorenzo e suonava bene». |
Zero Plastica su Mentelocale.it
Di seguito pubblichiamo l'intervista sul maggiore portale della Liguria (Dicembre, 2006).